VEDERE LA MENTE
VEDERE LA MENTE, APPUNTI E SCHIZZI, Guido Sgaravatti, 2002
“Sembra che, fondalmentalmente, tutti fossero d’accordo su come funziona la mente e che solo la massa di noi moderni non lo sappia. Non conosciamo più noi stessi. Siamo una macchina piuttosto complessa, priva di quel manualetto di istruzioni per l’uso che ora ci appare indispensabile anche per un tostapane o per un trapanino elettrico. Sembriamo tutti matti ma forse siamo solo un po’ svitati”.
Guido Sgaravatti
Nato inizialmente come un manualetto illustrato a uso dei nipoti, Vedere la Mente è un testo che risulta utilissimo per inoltrarsi nella comprensione degli Yoga-Sutra di Patanjali.
I concetti della psicologia del profondo vengono esposti attraverso schizzi ottenuti dall’autore con il computer.
Base culturale di partenza, oltre agli Yoga Sutra, è lo psicologo tedesco Carl Gustav Jung. Senza comunque trascurare i classici, da Socrate a Gesù, ma nemmeno i moderni, da Pascal a Voltaire, e ancora Darwin, Gandhi, Camus, Tolstoj e molti altri.
In “Vedere la Mente” vengono esaminati: la struttura del pensiero; il rapporto tra l’Io e la Coscienza; gli otto gradini dello Yoga (relativi, soprattutto gli ultimi tre, meno noti in Occidente, all’uso raffinato delle potenzialità psichiche); le varie modalità di pensiero (alcuni problemi che l’attività mentale pone e le leggi per il loro superamento); i 7 livelli, bhumi, nei quali la Coscienza può collocarsi (parole, forme, bio-energia, archetipi, struttura della materia, tempo-spazio, Coscienza); le disfunzioni che un uso errato della mente produce nel corpo e nella psiche delle persone e della collettività.